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L’artista Stephen Savioli consacrato nella comunità dei Ricostruttori nella preghiera ha realizzato moltissime opere sparse in tutta Italia, nelle sedi del movimento. In particolare le sue sculture lignee abbelliscono giardini, ingressi, saloni per conferenze e sale di meditazione. I soggetti più cari all’artista sono  gli angeli, i santi e i meditanti. L’esperienza della meditazione traspare in tutte le sue opere.

“Fa subito silenzio una sala con le opere di questo scultore. Meditativo e contemplativo, carico di suggestioni spirituali, che invitano a guardarsi dentro, ad approfondire. Sembra semplicistico definirlo istintivamente primitivo, perché l’ingenuità di alcune opere contrasta con la cultura che altri lavori mostrano, e lo fa erede della buona tradizione italiana.  Sembra che prima di mettersi al lavoro questo artista contempli a lungo il tronco che deve affrontare, per scoprirvi dentro qualcosa di vivo. Certamente lo attira il volume della figura, di cui evidenzia sempre la massiccia solidità, anche se profondamente animata. La materia come un magma primitivo, si carica di vita, a stento contenuta dalle forme. Non esplode in gesti clamorosi, ma si potenzia nei gesti trattenuti e nelle espressioni appena accennate. Le sue sculture sono presenze che arricchiscono lo spazio circostante della loro vitalità contenuta, ricca di simbolismo…”

Queste parole scritte da Padre Cappelletto a una mostra  di Stephen Savioli esprimono veramente l’essenza dell’arte di questo scultore.

Le opere che qui proponiamo sono:

“Angelo guerriero” che si trova in sala meditazione alla cascina di Moscufo (PE). Rappresenta una soluzione molto equilibrata tra la forza e la stabilità della figura e la leggerezza delle curve sinuose del tronco di ulivo.

“Angelo dell’accoglienza” che si trova all’ingresso del chiostro di San Simeone a Stroncone (TN). Coraggiosa scultura fatta di tagli rischiosi per eliminare le parti marce della corteccia. Il corpo dell’angelo è ridotto ad una piccola striscia centrale che si inchina e saluta con una grande mano accogliente.

“Angelo guardiano della porta” allo stipite di ingresso della sala meditazione. In molte tradizioni spirituali gli angeli custodiscono la casa e stanno sulla porta di ingresso per proteggerla. I Santi che vedevano gli angeli baciavano gli stipiti della porta. L’angelo sembra nascondersi, ma la testa che si affaccia sullo stipite e lo tocca fa pensare ad una tenerezza che lo spinge a interessarsi a chi passa di lì.

“Lo spirito dell’albero” nella sala di meditazione di San Leonardo Manfredonia (FG). Il tronco, lavorato seguendo le venature, i nodi e i rami, sembra un involucro sormontato da abbozzi di ali, da cui fuoriesce la testa dello spirito, sospesa sulla profonda crepa che attraversa il tronco in tutta l’altezza. Lo spirito tiene in mano due fiori posti uno sull’altro, simbolo della passionalità (sotto) e della spiritualità (sopra).

“L’Angelo della candelora” nella sala di meditazione di San Leonardo Manfredonia (FG), che è circondato da candele, e si distingue per il movimento delle ali, che si protendono  verso l’alto a sinistra, come una sola massa di luce.

“Viaggio” nell’ingresso della cascina di Sant’Apollinare, Casalbeltrame (NO). In quest’ opera due figure, unite, abbozzate soltanto nel viso, fuoriescono da un tronco cavo con un buco al centro da cui l’artista si è ispirato immaginando un cuore. Le figure rappresentano per l’artista Maria e Giuseppe che camminano insieme, uniti da un solo cuore.

Ognuna di queste sculture a tutto tondo nasce da tronchi di ulivo o di tasso con forme particolari, che l’artista ha osservato e rispettato, cercando di valorizzare ogni venatura, ogni nodo, ogni crepa. Le figure si sviluppano in mezzo ai volumi del tronco, senza distruggerli e senza ricondurli per forza a forme comprensibili, piuttosto adattandosi alla materia che dà loro vita. Ne risultano angeli con ali fantastiche che solo la natura poteva inventare, corpi sinuosi che fanno intuire il movimento dell’albero, personaggi appena accennati che emergono dalle naturali venature della corteccia. L’arte di questo scultore non si impone sulla materia ma al contrario si ispira a questa per trasformarla e darle un contenuto simbolico.

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